Wednesday, November 14, 2007

THE HOST

Ossia: come rompere la quiete in un salotto borghese

No, non sto per sciorinare un saggio su Ibsen. Quel che mi accingo a descrivere è lo svolgimento di una serata tra amici e conoscenti in un accogliente salotto borghese-intellettuale in perfetto stile americano. Ci tengo a precisare che quanto vi racconterò è privo di critica nei confronti delle persone coinvolte.
Un invito a cena come tanti, da persone conosciute ma con le quali non si è molto in confidenza. Prendete come esempio l'invito a cena dal vostro superiore. Ci siete? Ok. Si porta, come sapete, qualcosa da mangiare e/o da bere, qui come in Italia, come forma di cortesia. Si fanno le solite frasi di corcostanza a trentasei denti e poi si occupa ognuno la propria postazione a tavola. Cosa questa, qui, rara. Si preferisce di solito l'usanza che mio babbo chiamerebbe 'all'americana', ossia tutti in piedi e il tavolo 'pieno' di roba da consumare in self-service. Insomma, una cena ufficiale, considerato lo standard. Le pietanze trovano posto tra piatti e bicchieri e così la conversazione si mette in moto. Considerata la multinazionalità (italiana, brasiliana, americana, turca, messicana) dei convitati si entra subito a parlare di lingue e di differenze culturali. Considerato l'alto livello intellettuale, gli interventi non sono banali e non c'è bisogno di mostrare interesse per quello che si ascolta: i paragoni tra le lingue di origine sono davvero stimolanti e arricchite dalla conoscenza di altre lingue ancora come il russo o il francese. E fin qui tutto bene. Sempre spinti dalla voglia del confronto e dalle circostanze, l'argomento si spinge oltre il consentito smarrendosi in una 'terra di nessuno' in cui tutti i buoni propositi di fratellanza e comunione affondano nel nome della divergenza e dell'orgoglio nazionale. Di cosa abbiamo parlato? Ma di politica. Ci sarà un motivo percui le signore dabbene trovino sempre così sconveniente parlare nei propri salotti di taluni argomenti, e non manchino mai di sollecitare il marito con gomitate e piedini, affinché ingoino quel rospo intriso di idee malsane. Ebbene, considerato che io sono una signora poco dabbene (solo in questo senso) che non ha ancora imparato la lezione e teme che non la digerirà con facilità e che non ha un marito che le pesti i piedi sotto il tavolo, non è stato possibile trattenermi dall'esprimere le mie controverse opinioni sulla politica americana. Fuori luogo. Lo so. Come un'indemoniata che non trattiene più lo spirito che la dimena e la tormenta dall'interno, le parole escono fuori e rimangono così, marmificate on the air, a metà tra l'arrosto e l'insalata agrodolce. Non è mia intenzione offendere mai nessuno ma non mi si può chiedere di stare in silenzio mentre si osanna la politica estera di Bush con le stesse parole che lo stesso Presidente userebbe. Finché non 'li vedi con le tue orecchie', non credi che i bushiani esistano per davvero. Come si fa a essere così miopi? Rispetto le opioni degli altri ma non posso trattenermi dall'oppore la mia, a simili affermazioni: "In nessun altro paese c'è la libertà di parola che c'è in America" o ancora "L'esercito americano è composto per lo più da ragazzi di buona famiglia che considerano una grande opportunità lavorare con la tecnologia che solo l'esercito mette a disposizione" o "In America ci sono pochi poveri". I miopi sono ovunque, anche e specialmente oggi in Italia e forse è così perché si preferisce credere alla favola più dolce piuttosto che amareggiarsi e riempire i propri santi giorni con disillusione e frustrazione. Credo che si nasca diversi. Credo che chi come me è nato con le orecchie troppo sensibili non abbia scelta. Avreste dovuto vedere le faccie degli astanti. Credevo che certe espressioni esistessero solo al cinema! E dagli di piedini e gomitate tra coniugi! Sì perché è solo grazie a questi interventi pacificatori e alla sapiente abilità del padrone di casa nel tergiversare il discorso dirottandolo verso lidi più sereni, che le nubi della discussione si sono dissolte e il sereno è tornato a troneggiare sui divani della discordia. Così i coltelli affilati tagliando l'aria densamente appesantita sotto il colpo delle affermazioni mie e degli altri non americani presenti, si sono candidamente adagiati sulla tavola. Che brutta è stata questa trincea. Primo perché sono molti gli americani che la pensano diversamente, anche qui in Texas. E poi perché sono convinta che, colori a parte, non ci siano motivi di reale contrasto. Delle volte ci attacchiamo più alle nostre idee preconcette invece di focalizzarci su quanto gli altri ci stanno dicendo. Alle volte si è più rapidi nell'individuare i punti che ci allontanano dall'altro invece di quelli che ci avvicinano. Esattamente il contrario di ciò che avviene quando sei innamorato e fai di tutto per sottolineare le cose che hai in comune (per citare Daniele Silvestri). E' stata una cena difficile ma me ne auguro molte altre. Troppo facile bollire ognuno nel proprio brodo di approvazioni. Da quando sono qui mi capita spesso di trovarmi davanti persone molto distanti da me e sono certamente fiera dei benefici che sto raccogliendo. Trovo solo sacrosanto il diritto di esprimere, con garbo e convinzione, un'opinione diversa, anche in casa del tuo gentile ospite. Tornando a casa quella sera abbiamo io e altri amici commentato molto l'accaduto. E ovviamente io ero l'unica che ignorava l'orientamento politico di alcuni degli invitati. Ma d'altronde mica ti chiedo cosa voti prima di venire a cena! E come alla fine di tutti i film dell'orrore non posso chiudere senza darvi la speranza che l'incubo possa ricominciare e quindi: venerdi ho un'altra cena!

2 comments:

nonsisamai said...

mamma che paura all'inizio pensavo che ti riferissi a me! :))

una sola cosa mi viene da dire: che hai sottolineato piu' volte l'alto livello di queste persone ma dalle affermazioni che hai citato non sembra proprio...
secondo me hai fatto bene a controbattere con garbo


p.s. vi penso domattina!!

Elisen said...

@nssm - ma figurati!sì...si tratta di professori universitari. Che dire? Evidentemente la cultura non va necessarimente a braccetto con il buon senso! Brava, pensaci e manda fuidi positivi!