Sunday, March 25, 2007
Jean-Paul Sartre LA NAUSEA
Mi alzo. Mi muovo in questa luce pallida; la vedo cambiare sulle mie mani e sulle maniche della mia giacca: non so dire quanto mi disgusti. Sbadiglio. Accendo la lampada sul tavolo: magari la luce potrà combattere quella del giorno. Ma no, la lampada fa una pozza pietosa tutt'intorno al suo piede. Spengo; mi alzo. Sul muro v'è un buco bianco, lo specchio. E' una trappola. So che sto pe lasciarmici prendere. Ci siamo. La cosa grigia è apparsa sullo specchio. Mi avvicino e la guardo, non posso più andarmene. E' il riflesso dl mio volto. Spesso, in queste giornate perdute, rimango a contemplarlo. Non ci capisco nulla di questo volto. Quelli degli altri hanno un senso. Ma non il mio. Non posso nemmeno decidere se sia bello o brutto. Immagino sia brutto, poiché me l'hanno detto. Ma questo non mi tocca. In fondo sono perfino urtato che si possa attribuirgli qualità di questo genere, come se si dicesse bello o brutto un pezzo di terra o un masso di roccia.[...]Quando ero piccolo mia zia Bigeois mi diceva:"Se ti guardi troppo allo specchio, ci vedrai una scimmia". Io debbo essermici guardato anche più a lungo: cio che vedo è ben al di sotto della scimmia, al confine col mondo vegetale, al livello dei polipi.
Friday, March 23, 2007
Il cane mi domanda e non rispondo.
Salta, corre per i campi e mi domanda
senza parlare e i suoi occhi
sono due richieste umide, due fiamme
liquide che interrogano e io non rispondo,
non rispondo perché non so, non posso dir nulla.
il cane si ferma, insegue le api,
salta l'acqua trepida, ascolta lontanissimi
latrati, orina sopra un sasso,
e mi porta la punta del suo muso,
a me, come un regalo.
Andiamo
uomo e cane uniti dal mattino verde,
dall'incitante solitudine vuota nella quale solo noi
esistiamo, questa unità fra cane con rugiada
e il poeta del bosco, perchè non esiste l'uccello nascosto,
ne' il fiore segreto, ma solo trilli e profumi
per i due compagni:
un mondo inumidito
dalle distillazioni della notte, una galleria verde e poi
un gran prato, una raffica di vento aranciato,
il sussurro delle radici, la vita che procede,
e l'antica amicizia, la felicità
d'essere cane e d'essere uomo
trasformata in un solo animale
che cammina muovendo sei zampe
e una coda con rugiada.
(Pablo Neruda)
Wednesday, March 21, 2007
THE BIG D
Approfittando dello SPRING BRAEK, ieri ho fatto un giro turistico per "The Big D" ossia la capitale morale del Texas "Dallas"e devo dire di essere rimasta davvero piacevolemente sorpresa. Pensavo che la cosa più bella da vedere fosse il downtown notturno percorrendo le autostrade che la circondano; che detto così, non fa effetto, ma assicuro che invece, è uno spettacolo, soprattutto la prima volta che ti trovi in mezzo a questi bellissimi e illuminatissimi skyscrapers. Abituata alle meraviglie architettoniche italiane, classiche, medievali e rinascimentali, mi rallegro quando rimango affascinata da simili costruzioni. Passeggiare per Dallas non dà la sensazione del Far-West che si prova in Texas di solito. Passeggiare per Dallas è come passeggiare in un'altra città. Mi spiego meglio: l'atmosfera è puramente cittadina. Con molto molto molto meno smog di Milano, grattecieli e ristoranti italiani come ognidove. Solo che talvolta ti imbatti in vetrine che sfoggiano cappelloni e speroni! In più, il caratteristico Arts District, ospita il museo di Arte Moderna (con mostra su Matisse fino ad aprile '07) e tanti angoli da vedere e da vivere di notte e di giorno. Ecco l'itinerario che ho percorso ma c'è molto di più...
WEST END DISTRICT:
- Kennedy Memorial Plaza
- Dealey Plaza
- The Sixth Floor
- Old Red Courthouse
- Reunion Tower
- Fountain place
ARTS DISTRICT
- Dallas Museum of Arts
- Sculpture Garden
- Symphony Center
- Cathedral de Guadalupe
MAIN STREET
- Thanks Ginving Square
- Pegasus Plaza
REUNION TOWER SKYLINE
Monday, March 19, 2007
ossia COLPA DI ALFREDO
per tutti i partecipanti al concorso "AUTORE NASCOSTO":
chi vi ha detto che avreste vinto qualche cosa?
Non sapete che la cultura è un'industria senza profitto?
Leggere, dipingere, recitare, ballare, scrivere.............come si dice:
impara l'arte e mettila da parte!!!
ps -brava Daria!
Monday, March 12, 2007
Sono le tre. Le tre è sempre troppo tardi o troppo presto per quello che si vuol fare. E' la più stramba ora del pomeriggio. Oggi è intollerabile. Un sole freddo imbianca la polvere dei vetri. Cielo pallido, velato di bianco. [...] Non concluderò nulla di buono, salvo forse, a notte fatta. E' per via del sole; indora vagamente sudice brume biancastre, sospese nell'aria sopra il cantiere, cola nella mia stanza, biondissimo, pallidissimo, e distende sul mio tavolo quattro riflessi sbiaditi e falsi. [...] Quando si mette a fare questo sole la cosa migliore sarebbe andare a coricarsi.[...] un giorno perfetto per un ritorno su se stessi: questo freddi chiarori - che il sole proietta come un giudizio senza indulgenza, sulle creature - entrano in me attraverso gli occhi; mi sento rischiarato dentro da una luce avvilente. Sono sicuro che mi basterebbe un quarto d'ora, per raggiungere il supremo disgusto di me stesso. Grazie tante, non ci tengo.
Wednesday, March 7, 2007
1 ospite della rubrica: DARIA
E’ strano come un trailer possa “sconvolgere”.
Ero a casa e sono rimasta totalmente pietrificata davanti alla tv, a quelle immagini in carrellata laterale, col sottofondo di una canzone di antica memoria. Ho intravisto solo un’Ambra “tangheggiante”.
Era un ritornello a me familiare…….. ma di chi era quel "la-la-la-lallà" allegro e devastante nello stesso tempo?
Il giorno dopo partono le ricerche, google, emule… ecco ce l’ho fatta REMEDIOS, Gabriella Ferri 1974, ora è sul mio mp3 dove ormai viene ascoltata, smembrata imparata a memoria, tradotta…
Solo per questo venerdì mi armo e decido… alle 20 cinema Saturno Contro di Ferzan Ozpetek.
Andare al cinema da sola mi ha sempre turbato, come una masturbazione, con chi se ne parla dopo?
Mi siedo centrale, il cappotto sulla mia sinistra, il casco sulla mia destra, non voglio nessuno accanto né tantomeno davanti. Ho una specie di crisi epilettica quando tre ragazze armate di pop corn si siedono dietro di me…
Respiro.
Inizia Finisce
Cosa rimane?
E’ strano, nonostante tutto, il film non mi è piaciuto ma ho uno strano senso di nausea, dolore, decadenza.
“Vorrei fosse sempre tutto così, vorrei non cambiasse mai niente” dice uno dei protagonisti guardando la propria casa piena di quella famiglia chiamata amici… Piango…
Rimangono nella mia pancia strane sensazione che si alternano…..
E’ la rottura di un’abitudine, o di un amore devastante, di un calore così prezioso che verrà sottolineato solo quando avvertiremo la sua assenza.
E’ la realtà sbattuta in faccia da una cucina il cui arredamento ci è dolcemente familiare.
E’ l’accettazione del tempo, dei cambiamenti, della fine di un amore, di un’amicizia, di un periodo….
“Di cosa parla quel libro?”
“Di amore e di come ci si innamori sempre della persona sbagliata”
E poi quell’immagine.. un muro dove oltre c’è il dolore, e di nuovo quel ritornello quella canzone"la-la-la-lallà", dove un’Ambra borderline (in cui mi ritrovo) non vuole vedere la realtà e quando prova ad avvicinarsi vede solo quello che può/vuole/riesce a vedere. Il resto farebbe troppo male.
Meglio ricordare quella cucina piena di amici, colori, suoni, risate, odori…..
“Lei si droga?”
“Io no, faccio l’uncinetto”
Tuesday, March 6, 2007
Sono solo in mezzo a queste voci gioiose e ragionevoli. Tutti questi tipi passano il loro tempo a spiegarsi, a riconoscere felicitandosene che sono della stessa opinione. Quanta importanza attribuiscono, mio Dio, a pensare tutti quanti le stesse cose. Basta vedere la faccia che fanno quando passa in mezzo a loro uno di qusti uomini dagli occhi di pesce, che sembrano guardare al di dentro e con i quali non si può assolutamente trovarsi d'accordo.