Friday, December 14, 2007

In a Funk, Italy Sings an Aria of Disappointment

Guardate un pò cosa si dice oggi nel New York Times della nostra cara Italia?
Per compensare allarga il cuore ascoltare Benigni nel suo ultimo intervento televisivo per la lettura della Divina Commedia.



La voce di Grillo è forte e la condivido come ho avuto molte volte modo di dire. Si rimane però male a vederci dipinti come un popolo triste e arrabbiato che ha perso tutta la speranza perché è sovrastato dalla paura del futuro. Probabilmente è vero ma vedere diffusa quest'immagine di noi, seppur veritiera, non ci fa onore. Non fa onore al nostro passato. Non sono mai stata patriottica però da quando vivo negli Stati Uniti mi sento orgogliosa delle mie radici. Con tutti i difetti che abbiamo, io amo il mio paese e credo davvero che sia uno dei posti più belli del mondo. Vorrei che al sentimento distruttivo che sento correre spesso tra giornali, tv e anche blog si sostituisse un'amore per la terra, la fiducia nel futuro, l'orgoglio del passato, stima per chi si da' da fare, senso di potenza nei confronti di un possibile reale cambiamento. Vaffanculo a chi non ci sta ma incoraggiamento e forza a chi ci prova.

8 comments:

nonsisamai said...

ciao eli, questa volta l'ho presa io la palla al balzo...che tristezza...

nonsisamai said...

c'e' qualcuno che ha 'simpaticamente' commentato questo post da me. non mi sembra giusto, ma se vuoi passa a rispondere...

giuy said...

sinceramente non ci dobbiamo lamentare se ci dipingono così. Perchè è vero che passiamo tutto il giorno a lamentarci dei nostri politici, però poi non facciamo nulla.Una volta tanto che ci rivolgono una critica che ha un fondamento, dovremmo rimboccarci le maniche, invece di ritornare sui nostri passi e rispondere: "ah, vi sbagliate, noi siamo lo specchio della felicità"(non mi ricordo quali giornali italiani hanno risposto così, ma la maggior parte) :).

rob said...

E' vero non siamo un paese felice, ma anch'io credo che potremmo essere uno dei paesi più belli al mondo.
Il punto è che quando qualcuno disse: L'Italia è fatta, ora bisogna fare gli italiani (credo Garibaldi o Cavour), aveva ragione.
in 140 anni gli italiani non ci sono ancora.
Presi nel loro insieme, almeno il 50% degli italiani non ha senso civico, non ha senso dello Stato, il rispetto delle regole viene criticato e deriso persino dai capi di Governo (vedi precedente governo).
L'altro 50% soffre, sta male e sogna di scappare all'estero e quando ci riesce, muore dai sensi di colpa e dalla nostalgia del proprio Paese.
La via d'uscita è una grande rivoluzione culturale che dovrebbe essere promossa dal governo, dai media (televisione in primis che ci sommerge di trash a tutte le ore), dalla scuola insegnando educazione civica. Ce la faremo? se cominciamo adesso forse i miei nipotini staranno meglio in questo Paese.
Un bacio e grazie della visita, ho linkato il tuo blog perché mi interessano molto le storie degli italiani all'estero e ho visto che abbiamo una certa identità di vedute.

Elisen said...

Giuy hai ragione, non ha senso lamentarsi senza rimboccarsi le maniche. La critica in ogni campo deve però essere a sua volta costruttiva e non indurre la lamentela!grazie della visita :)

Elisen said...

Rob, abbiamo molto più delle vedute in comune :))) poi ti dirò! Comunque hai ragione sulla mancanza di senso civico e aveva ragione D'Azeglio (predecessore di Cavour nonché genero del Manzoni) sul fare gli Italiani. Oggi gli italiani ci sono ma non si valorizzano abbastanza!
Mi piace l'idea della Rivoluzione Culturale!!! Sìììì
Hai visto le mie foto della Monument valley?? Il senso di libertà di cui parli si prova davvero!

MiKo said...

Piccolo ot: ti ho scritto il mio indirizzo email. Spero arrivi.

MiKo said...

Perdona se intaso il blog, ma non riesco a capire se ti sto effettivmente spedendo le mail. Ti ho risposto.