Monday, April 7, 2008



Finalmente mi sono tolta la voglia. Alla fine mi sono concessa questa cosa che da tempo volevo fare ma che non capivo bene perché. C’ho pensato e alla fine ha vinto la curiosità, come spesso mi accade. La cosa non è cambiata però. Ancora non mi sono fatta un’idea precisa su cosa sia e soprattutto perché io l’abbia voluta vedere. Ho delle vaghe opinioni: la prima è che senz’altro trattasi di folklore e quindi è un istinto di scoperta antropologica che mi ha guidato sin lì. Seconda è la verve animalista non integralista, che mi fa sperare di non scoprire brutte cose. Terzo l’ammirazione reverenziale che io ho per l’animale cavallo sebbene io stia alla cavallerizza come un fantino a un gigante. C’è poi un’ipotesi che si è ‘attesizzata’ proprio sul campo, anzi nell’arena e riguarda quel qualcosa di ancestrale che risiede nel rapporto tra l’uomo e l’animale. E in quanto tale, difficile da verbalizzare in forma logica. Direi solo sciocche banalità. Preferisco lasciare che ognuno si formi la propria idea sulla base di quel che aggiungerò tra fatti e foto. Ma prima la mia idea di cowboy: una figura magnetica, per lo sguardo, per come portano bene i jeans, per il movimento di mani più veloce del west... E per le mille istantanee che li riquadrano ora galoppanti in sella ai loro fedeli compagni d’avventura ora nel mezzo del niente davanti a un fuoco, soli con la loro melanconica solitudine, ora fermi davanti al rosso di un roccioso tramonto, ripieni, così, di una tenera compattezza d’animo. Un mélange irresistibile per ogni pulzella.

Di tutto ciò nel Rodeo c’è poco o niente. Malgrado sia terreno di cowboy veri, il rodeo è anche qui il circo del cowboy e della cowgirl, che ci vende abilità cavallerizze nella speranza di distrarci da una mancanza di sfida reale. I cavalli imbizzarriti e i tori imbufaliti(?) sono attori alla stessa stregua degli altri: sanno cosa devono fare, come, per quanto, da dove devono uscire e quando e persino se, fare una finta improvvisata aggressione. Poracci, anche loro si devono guadagnare la biada! Ma la parte deludente non è questa, che poteva anche essere prevedibile. La cosa che mi ha davvero infastidito è la quantità di messaggi nazionalisti che vengono proposti di continuo: bandiere al vento con scritto ‘support our troups’ ‘US Army’; l’inno cantato in una generale standing ovation (e non è il 4 uglio!) costumi con impressa la bandiera americana. Insomma io capisco anche l’orgoglio di una nazione ma perché associarla al Rodeo? Che poi i cowboy non sono l’emblema della libertà e dell’indipendenza!? Non so, mi ha stuccato. Passi l’inno, anche se io personalmente non trovo associazioni di sorta, ma incitare a sostenere le truppe fa parte dei messaggi politici di UNA corrente politica e quindi, come tale non può rappresentare tutto il pubblico del rodeo.

Un’ultima cosa degna di nota. Tra i vari intrattenimenti c’è anche il tiro col lazzo al vitellino. Ebbene la maggior parte delle volte vinceva il vitellino!! E io esultavo. Chi l’ha detto che bisogna per forza tifare per il cowboy!??


E poi...

1 - nel quartiere-cowboy di Fort Worth, Stockyards, dove si tiene il Rodeo, non c’è nemmeno una swing door! Le porte da saloon per intenderci...

2 – un gruppo di italiani ha partecipato alla gara internazionale di cutting (quando il cowboy deve entrare col cavallo in una mandria per separare un vitello dagli altri, quello destinato al mercato ahimè.

3 - è qui, agli Stockyards che ho mangiato l'hamburger più buono del Texas!


8 comments:

nonsisamai said...

lo tu e io potevamo andare a fare il tifo per il vitellino :))

Moky in AZ said...

Un po' le mie impressioni del rodeo che ho visto anche io. Devo pero' correggerti quando dici che il "support our troops" fa parte solo di una corrente di pensiero. Dopo l'esperienza del Vietnam, quando i soldati rientrarono dopo anni nella giungla, feriti, distrutti, e le persone che protestavano gli sputavano addosso, urlando che erano baby-killers, l'America ha detto "never more". Quindi da allora, non importa se non condividono le scelte del presidente o le ragioni di una guerra, gli Americani supportano le loro truppe senza condizioni, vuoi perche' non hanno colpa direttamente se il presidente o il Department of Defense sono cretini, vuoi perche' comunque sono sempre pronti a morire per difendere tutti gli Americani. Ovviamente, per noi italiani e' inconcepibile, ma liberta' e patriottismo vanno hand in hand ovunque negli US!

Elisen said...

MOKY scusa ma non capisco perché dici che 'mi correggi', questa è la mia opinione e non credo tu la possa correggere. Non credo nemmeno si possa parlare di quello che racconti tu, come il pensiero americano in toto!Ci sono ancora americani che la pensano diversamente!Per fortuna.

Moky in AZ said...

Eli, scusa, ma come al solito non mi sono spiegata bene. Piu' che corregere il tuo punto di vista, intendevo dare alle tue conclusioni un prospettiva piu' profonda di quella che si ha quando noi italiani vediamo in America dimostrazioni di patriottismo che per noi sono totalmente fuori luogo o persino ridicole. Il dissentire con cio' che il presidente/governo fa e', per fortuna, ancora consentito ed e' assolutamente patriotico e, come dici tu, milioni di persone lo fanno; quello che volevo spiegarti e' che il "support our troops" non e' uno slogan di Bush o repubblicano, assolutamente no. La maggior parte di democrats, liberal persino un po' leftists pur criticando Bush, la guerra etc all'ennesima potenza, ancora supportano "their troops". Vuoi un esempio? Rosie O'Donnell, non so se ne hai mai sentito parlare, comica, talk show host, figura molto controversa e ODIATA dai conservative media, e' stata una delle prime celebrities a parlare di "Impeach Bush e Cheney", forse e' stata anche una della fautrici di questo movimento, non so, eppure sempre e comunque dice "I support our troops, bring them home". Check her blog out
www.rosie.com
e leggi i suoi vari posts sulla guerra, i soldati, i veterans, Bush, la pace etc.
Un altro esempio? Prima di iniziare le lezioni in qualsiasi scuola del paese, tutti, alunni, maestri, professori, sono in piedi con la mano sul cuore rivolti alla bandiera, ce n'e' una in ogni classe, e recitano il Pledge of Allegiance. Quando iniziamo i nostri meetings per la Parent Teacher Organization di cui faccio parte, ci si alza, ci si gira verso la bandiera e si recita il Pledge of allegiance... non cantiamo l'inno perche' non c'e' temppo, ma nei mesi dopo il 9/11 a scuola tutti i giorni i bambini cantavano l'inno nazionale! (vabbe' che nella nostra scuola alcuni bambini avevano perso genitori o parenti in una delle torri..). Anyway, devi capire quello che vedi nel contesto americano, non succede solo in Texas o in Utah. Se vai ad una partita di baseball qualsiasi, che siano i NY Yankees o la squadretta locale, c'e' sempre l'inno che precede la partita.
Se le truppe sono inviate a fare una guerra ingiusta, si critica chi li ha mandati li', non le truppe. Per questo che vedrai persone con yellow ribbon, ti diro' di piu': Obama e Hillary, tutte e due "support our troops"!
Comunque, anche se criticano il governo etc, probabilmente non troverai molti Americani che dicono, come moltissimi Italiani, vorrei andarmene dagli US e vivere a XYZ...

Il mio commento voleva darti una visione piu' ampia e, se vuoi, piu' americana di quello che hai visto. Non volevo assolutamente dire che e' sbagliata, ma darti un po' di context, un po' di prospettiva. Tutto qui! Peace Out! :)

Elisen said...

e allora cosa posso dire: grazie.
mi rattrista (ma forse anche no) che tu ritenga la mia veduta poco profonda e senza prospettiva.
Per fortuna sei intervenuta a dare spessore alla cosa.

Moky in AZ said...

Non era mia intenzione offenderti, scusa!

Back in the USA said...

Cara Eli, e' difficile capirsi con pochi commenti sui post. Pero' devo dire che sono d'accordo con Moky per quanto riguarda il patriottismo, l'inno nazionale e il fatto che moltissimi americani appoggino questi poveri militari anche se non appoggiano il governo. Loro non ne hanno colpa, fanno quello che gli viene detto di fare, anche guerre ingiuste e stupide, dal mio punto di vista.
Al Club italo-americano iniziamo tutte le riunioni con una mano sul cuore e rivolti alla bandiera recitiamo il "Pledge of Allegiance". E' strano ma anche i cowboys liberi, probabilmente amano la loro patria con tutte le contraddizioni e i nonsense.
Bacini e spero di essermi spiegata e che non ti offenda, non e' mia intenzione.

Elisen said...

Grazie Koala, sei gentile. Nonostante ciò, non posso condividere il vostro punto di vista. non ritengo i soldata, di qualsiasi nazionalità, IN GUERRA, innocenti esecutori di voleri altrui, nella misura in cui non lo penso rispetto alle guerre passate: può un gerarca nazista essere considerato l'innocente esecutore del volere del suo dittatore? Può un aguzzino considerarsi la mano senza colpa del suo comandante? NO.
Questa è la mia idea. E non è certo la prima volta che mi fermo a pensarci. Cantate e recitate pure. Io non lo farei.